Ottavia

OTTAVIA: figlia, mamma, nipote, moglie e sorella!

Ciao bambini, oggi vi faccio leggere la storia di Ottavia, una grande donna che “lavorando dietro le quinte” è stata la coprotagonista di tutte le vicissitudini accadute a cavallo tra il primo secolo avanti e dopo Cristo che hanno portato suo fratello, il grande Ottaviano, a creare quello che oggi studiamo come il periodo storico dell’Impero romano!

Ottavia, sorella di Ottaviano Augusto e pronipote di Cesare, fu una donna perfetta e una madre esemplare. Nonostante nacque e visse in un epoca di grandi cambiamenti – ovvero durante il passaggio dalla Repubblica all’impero – fu così ben voluta da tutti i romani al punto che venne accomunata a Cornelia, figlia di Scipione Africano e madre dei Gracchi, perfetto esempio di matrona romana.

Era nata nel 69 a.C. da Caio Ottavio e Azia, nipote di Caio Giulio Cesare. Venne fatta sposare a soli 14 anni, nel 55 a. C., con Gaio Claudio Marcello, membro dell’oligarchia senatoriale e futuro acerrimo nemico di Cesare; con lui ebbe cinque figli, un maschio e quattro femmine, che crebbe con molta dolcezza. 

La sua parentela con personaggi di spicco della scena romana la fece trovare in mezzo a diverse importanti vicende politiche nel corso della sua vita. La prima fu a soli vent’anni, quando scoppiò la guerra civile tra Cesare e Pompeo: Ottavia, infatti, era di famiglia cesariana ma suo marito si schierò prontamente dalla parte di Pompeo e lo seguì in qualità di comandante nei vari combattimenti. Come si comportò in questo caso la matrona? Anche se non ci sono testimonianze scritte possiamo dire che sicuramente fu combattuta: da una parte la sua indole voleva farle spegnere gli odi e i rancori provenienti dalle due parti ma, allo stesso tempo, in quanto moglie dolce e remissiva, sentiva il dovere non solo di non opporsi al marito ma anche di condividerne l’ideale politico. D’altronde la formula sacra del matrimonio era: “Se tu sei felice, marito, io sono felice”. Fortunatamente la situazione si risolvette da sola nel migliore dei modi: dopo la battaglia di Munda in Spagna nel 45 a. C. Gaio Claudio Marcello venne perdonato da Cesare e tornò a Roma sano e salvo.

Un altro momento in cui si trovò nel mezzo della scena politica romana fu quando il fratello Ottaviano prese parte al secondo triumvirato insieme ad Antonio e a Lepido e minacciò di occupare Roma e cacciare Cicerone e il Senato. I senatori cercarono così di arrestare, per poi tenere in ostaggio, Azia, la madre di Ottaviano, e Ottavia, la sorella, ma non ottennero alcun risultato: le donne furono probabilmente – e fortunatamente – tenute nascoste da amici fidati.

Dopo alcuni scontri, Ottaviano e Marco Antonio si ritrovarono vincitori e si spartirono l’impero: al primo l’Occidente, all’altro l’Oriente. Ma ben presto anche tra i due compagni iniziarono delle contese che portarono, inevitabilmente alla sanguinosa, crudelissima – e, per certi versi, inutile – guerra di Perugia; tutto poi si evolse verso un apparente scontro ma, inaspettatamente, quando Ottaviano e Marco Antonio si incontrarono sulle coste italiane, dichiararono, di comune accordo, la fine della guerra.

Per consolidare la pace stabilita, Ottaviano diede in moglie a Marco Antonio la sua unica sorella Ottavia, il cui marito era morto durante gli incontri. Ottavia era pienamente cosciente di essere una pedina nel disegno politico di suo fratello ma, in quanto donna romana, accettò il suo ruolo e, anzi, fu una moglie onesta e di ferma moralità, molto diversa dalle donne con cui Marco Antonio aveva in passato condiviso il suo letto.

Le nozze avvennero a Roma e, come dono per la nuova unione, Marco Antonio fece coniare una moneta nella quale era rappresentato a fronte di Ottavia. Fu un avvenimento mai avvenuto prima: fino a quel momento c’era mai stata una moneta con la riproduzione in prima persona di una donna. Il matrimonio, inoltre, ricevette plausi e lodi da tutte le classi sociali: con esso si allontanava finalmente la possibilità di una nuova guerra civile e si prospettavano anni di pace per la Repubblica. I due sposi novelli fecero una sorta di luna di miele ad Atene quando Marco Antonio dovette recarsi presso la città greca per preparare la guerra contro i Parti; il clima però era molto rilassato e entrambi si godettero i loro momenti insieme. Ebbero la prima figlia, Antonia, solo dopo un anno.

Ma il loro matrimonio mantenne la purezza per poco: presto Marco Antonio ricominciò a praticare la vita da play boy che tanto gli piaceva. Tra l’altro, iniziò a chiamare se stesso “il nuovo Dioniso” e volle che così lo chiamassero anche tutti gli ateniesi. Ottavia, in tutto questo, in quanto moglie brava e saggia, non si oppose e, anzi si fece travolgere dalla sua esuberanza. Presto iniziarono a circolare delle monete in cui la coppia appariva circondata da simboli dionisiaci.

Durante il loro soggiorno ad Atene, l’esercito romano ottenne una grande vittoria contro i Parti, la quale inorgoglì Antonio a tal punto da ignorare gli ordini di Ottaviano e tornare in Italia con una flotta di trecento navi. Ottavia fiutò subito il possibile inizio di una nuova guerra civile e si mosse subito per cercare di appacificare le parti evitando una guerra tra il marito e il fratello; d’altronde a Roma era amata e rispettata da tutti: chi più di lei avrebbe potuto svolgere un compito così arduo e delicato?

Per prima cosa incontrò Agrippa e Mecenate, grandi amici del fratello, i quali si schierarono subito dalla sua parte; poi affrontò il fratello: fiera e sicura, gli disse di non poter rinunciare né a lui, in quanto suo fratello, né ad Antonio, in quanto suo marito, e lo convinse a mettere da parte l’orgoglio per evitare uno scontro violento e fratricida. In più, aggiunse: «In questo momento gli occhi di tutti gli uomini sono puntati su di me, moglie e sorella di due grandi condottieri; se dovesse succedere il peggio e fra voi due scoppiasse una guerra. Non si sa a chi la fortuna darà la palma della vittoria e a chi il buio della sconfitta; ma nell’un caso come nell’altro a me toccherà lo strazio dell’anima».

Così Ottaviano si recò a Taranto dove, dopo inviti a pranzo reciproci tra lui e Antonio, ottenne centoventi navi con i rostri di bronzo per combattere Sesto Pompeo in Sicilia e cedette al cognato due corpi d’armata e mille legionari per aiutarlo nella campagna contro i Parti. Ottavia, in tutto questo, ha sicuramente avuto una grande funzione di mediatrice, parlando prima per l’una e poi per l’altra parte e si dimostrò ancora una volta una donna saggia ed equilibrata.

Così Ottaviano si diresse in Sicilia mentre Marco Antonio, con a seguito moglie e figli, partì alla volta dell’Asia. A metà del viaggio, però, con la scusa di non voler esporre la sua famiglia ad alcun pericolo, mandò indietro Ottavia con tutti i suoi figli, spedendoli al cognato. Questa fu l’ultima volta che i due si videro.

Marco Antonio, infatti, una volta giunto in Oriente, cadde nelle braccia di Cleopatra la quale, oltre ad essere una donna bella e affascinante, era anche molto intelligente e convinse il comandante, non senza prove, che Ottaviano, non avendogli ancora inviato alcun soldato, stesse facendo il doppio gioco e volesse la sua sconfitta in modo da diventare l’unico padrone del mondo. Anche Ottavia si rese conto che il disegno del fratello non era di pace e ne rimase molto delusa: tutti i suoi sforzi erano stati vani.

Tuttavia non si lasciò mai sopraffare da niente: continuò a governare la casa come una vera matrona, ad accogliere gli ospiti e a crescere i figli di Marco Antonio – in parte suoi in parte no – che erano rimasti con lei. Questo fece crescere il suo rispetto tra i romani e diminuire, contemporaneamente, quello nei confronti del marito, in quale aveva intanto riportato grandi sconfitte in Oriente.

Ottavia quindi decise di partire alla volta di Atene, per andare ad abitare nella casa che aveva condiviso con suo marito per due anni; con se portò vestiti per i soldati, doni per gli ufficiali e gli amici di Marco Antonio e denaro, oltre a duemila legionari scelti per fare da guardia del corpo al capo della futura spedizione. Alla notizia Cleopatra si allarmò e, temendo di essere abbandonata, fece l’innamorata – non si sa se lo era per davvero – e si mise a piangere. Marco Antonio si impietosì e scrisse a Ottavia di non proseguire il viaggio e che sarebbe presto partito per combattere contro i Parti. In realtà in guerra non ci andò mai: l’aveva usata come scusa per non allontanarsi dalla sua adorata regina. Ma il rifiuto alla moglie gli costò più di quanto immaginasse.

Antonio infatti non era più abituato alla guerra per quanto aveva vissuto negli agi della corte egiziana; e così non partecipò all’impresa contro i parti e venne sconfitto immediatamente quando partì alla volta dell’Italia per provare a prendersi una volta per tutte l’impero romano.

Nel 32 a. C., mentre era ad Atene con Cleopatra, mandò il ripudio ad Ottavia e si abbassò perfino ad ordinare che venisse scacciata dalla casa in cui viveva con i suoi figli. La donna, sempre mantenendo la sua dignità, fece quello che le era stato ordinato e lasciò la casa che tanto aveva curato, si dice, con le lacrime agli occhi. Una volta morto Marco Antonio chiese al fratello di non obbligarla a risposarsi; passò il resto della sua vita ad occuparsi dei suoi figli e a curarsi dei loro matrimoni.

Vi è piaciuto? Ho preso spunto su vari testi per darvi un’idea di questa grande donna che ha ricoperto ruoli fondamentali come donna romana!

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, scrivetemi la vostra opinione e vi ricordo che prima di questo c’è un altro articolo che parla di Servilia: la mamma di un traditore! lo potete leggere sul mio sito nella sezione blog “mamme famose nell’antica Roma”!

Alla prossima…Ciao!

Giovanna

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