Ieri mi trovavo sull’isola Tiberina per un sopralluogo e mi sono ricordata della storia delle quattro teste di Ermete di Ponte Fabricio, credo sia interessante condividerla!
Queste erme si trovano su Ponte Fabricio, che ad oggi è il più antico di Roma.
Lo ricorda bene l’iscrizione a grandi lettere incise sulle arcate.
Venne, infatti, costruito nel 62 a.C. dal “curator viarum” Lucio Fabricio (ho tentato di metterla in foto).
Era chiamato anche “Lapideus“, dal console Emilio Lepido che lo restaurò nel 21 aC. (anche di questo vi è memoria con iscrizione se ci si sporge venendo dalla Sinagoga, lato sinistro!) o anche ponte “Judeorum“, perché prossimo al Portico d’Ottavia e solo più recentemente è diventato Ponte “Quattro Capi”, per le erme quadrifronti che oggi si trovano da quel lato e che forse servivano una volta da sostegno per le antiche balaustre di bronzo.
Però da dove vengono questi “quattro capi”?…Non si sa bene!
Forse sono delle pietre di confine raffiguranti Ermete, dio protettore delle strade e dei viaggiatori, e quindi vennero poste per delimitare i confini con il quartiere ebraico.
Di sicuro, e come al solito aggiungerei, si cela una leggenda dietro queste teste. Infatti durante il pontificato di Sisto V (1585 – 1590) fu deciso di rimetterlo a nuovo e vennero chiamati quattro architetti per l’impresa. Sembra che non riuscirono mai a mettersi d’accordo, arrivando persino ad odiarsi e a sabotarsi a vicenda.
Il Papa venuto a sapere di questo disaccordo li fece decapitare per il loro comportamento “poco cristiano”.
Nonostante tutto, però, il lavoro era stato portato perfettamente a termine e Sisto V decise di dedicare in loro memoria un piccolo monumento, raggruppando delle effigi romane a simbolo delle loro quattro teste, proprio ad inizio del ponte!
Aggiungo che nelle foto che mostrano la vecchia topografia di Roma, si vede bene come questo ponte costituisse una delle porte di accesso al “serraglio degli ebrei”, altro nome del vecchio Ghetto.
…Come non ricordare, infatti, quando la famiglia Mattei pretendeva di riscuotere un compenso fisso dalla popolazione ebraica ogni qualvolta un cadavere, portato alla sepoltura, passava per il Ponte?! La questione venne, poi, risolta con un intervento papale a favore degli ebrei, ma c’è da dire anche che il cimitero giudaico da Portaportese fu trasferito sull’Aventino nel XVII sec. e quindi non richiedeva più l’attraversamento del fiume.
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