Papa

Un processo ad un cadavere!

È possibile processare un uomo morto? È possibile mettere sotto accusa un papa ormai deceduto? A quanto pare si! E la storia del processo al cadavere di Papa Formoso ne è la prova più eclatante.

Tra i ritratti nei tondi dei papi della Basilica di San Paolo, se ne trova uno con il nome di Formoso.

Papa Formoso venne consacrato papa nell’anno 891. Quando fu eletto, a Roma vi erano due fazioni: una filo-germanica, di cui il papa era sostenitore, e una nazionalista, capeggiata dal duca Guido di Spoleto. Probabilmente l’elezione a papa di Formoso e l’incoronazione imperiale del duca, furono il frutto di un compromesso tra le due fazioni, un compromesso che non durò a lungo …

Alla morte del duca Guido, il figlio Lamberto si recò dal papa per ottenere da lui il rinnovo del titolo. Il pontefice accettò la sua richiesta ma, nel frattempo, offrì segretamente la corona imperiale ad Arnolfo di Carinzia, un carolingio, alleandosi con coloro che lo avevano aiutato ad essere eletto papa. La notizia arrivò ben presto a Lamberto e alla terribile Ageltrude, la vedova di Guido di Spoleto, che giurarono vendetta contro Formoso. I due spinsero gli Spoletini alla rivolta: le mura di Roma vennero cinte d’assedio e il papa venne catturato e rinchiuso in Castel Sant’Angelo.

Nell’896 Arnolofo giunse a Roma, espugnò la città e liberò il papa, che lo incoronò imperatore nel febbraio dello stesso anno.

Ma le cose sarebbero presto degenerate per la sfortuna di Formoso!

Poche settimane dopo, Arnolfo partì per espugnare Spoleto, ma fu colto da una paralisi che lo obbligò a tornare in patria lasciando il povero Formoso di nuovo preda degli Spoletini.

Il 4 aprile 896 Formoso morì. Non si sa e mai si saprà se morì di vecchiaia, di paura, di malattia o per avvelenamento. Dopo la sua morte gli succedette, per una quindicina di giorni, papa Bonifacio VI. Dopo Bonifacio fu eletto papa Stefano VI. Il nuovo papa venne talmente soggiogato dalla fazione degli Spoletini da decidere di celebrare un vero e proprio processo contro il papa già morto.

Convocò quindi un sinodo di vescovi in San Giovanni in Laterano perché venisse giudicato: ordinò pertanto che la salma di Formoso, sepolto da circa 10 mesi, fosse riesumata e che fosse vestita con abiti pontificali e messa su un trono.

Il cadavere del Papa venne accusato di violazioni al diritto canonico, ma la vera era del processo era la vendetta per l’affronto che Formoso aveva fatto al Lamberto di Spoleto offrendo la corona di imperatore ad Arnolfo di Carinzia.

Al cadavere venne addirittura affidato un difensore d’ufficio, un diacono che doveva rispondere per lui.

L’incarico dell’accusa venne invece affidato al diacono Sergio, un acerrimo nemico di Formoso.

Il difensore confessò le colpe del suo assistito ed il processo si chiuse con la condanna del cadavere.

Il colpevole venne scomunicato, l’elezione fu annullata, il corpo venne spogliato degli abiti pontifici e gli furono tagliate le tre dita con le quali elargiva la benedizione. Venne, infine, decretata la sepoltura in terra sconsacrata in quanto aveva perso il diritto di riposare accanto agli altri papi.

Il popolo, inferocito, fece il corpo a brandelli ed i resti furono gettati nel Tevere.

Pochi giorni dopo crollò il tetto della Basilica di San Giovanni e la gente, impaurita e superstiziosa, interpretò l’accaduto come una maledizione di Dio in segno di condanna contro l’orrendo processo.

I resti del papa vennero recuperati dal Tevere e tumulati nuovamente nella sua tomba, nell’atrio della vecchia Basilica di San Pietro.

Il processo passò alla storia come il Sinodo del cadavere.

Vediamo qui un dipinto famoso che ritrae l’episodio di Jean-Paul Laurens (1870) Concilio cadaverico a Nantes, Musèe des Beaux-Arts.

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