Storie di Roma per bambini: Pietanze Romane

Storie di Roma per bambini: Pietanze Romane

L’insalata di Sisto V 

Quando Sisto V Peretti era ancora un semplice frate – ma già noto per cultura e ingegno – aveva stretto amicizia con un giovane avvocato romano; i loro amichevoli rapporti durarono per lunghi anni e non furono interrotti neanche quando il Peretti venne nominato commissario a Bologna, inquisitore a Venezia e poi cardinale. Solo quando divenne papa parve non ricordarsi più dell’amico avvocato, il quale, nel frattempo, a causa di varie vicissitudini familiari che lo avevano ridotto in grande miseria, si era gravemente ammalato per il forte dispiacere. Il caso volle che il medico chiamato per curare il povero avvocato fosse lo stesso medico di papa Sisto. E, come di solito avviene, il malato confidò al dottore oltre ai problemi fisici anche quelli morali (pene, disgrazie, bisogni…). Il medico venne allora a conoscenza della grande amicizia un tempo intercorsa tra l’avvocato e il papa. Per cui un giorno, narrano le cronache, “recatosi in virtù del proprio officio al palazzo del Vaticano, parlando col pontefice con tanta destrezza seppe condurre il discorso, che si venne a parlare del povero avvocato, e qui, con parole che mai si seppe migliori, il cauto medico ne descrisse la miseria, attribuendo soltanto ad essa la causa vera della malattia…”.

Il giorno seguente, incontrando nuovamente il medico, il pontefice entrò subito in argomento: “ieri mi avete parlato di quell’avvocato che voi curate da qualche giorno e che mi dite ammalato non poco… Desiderando che torni presto in salute, gli ho mandato un’insalata, e vedrete che lo guarirà”. “Beatissimo Padre” esclamò il medico “un’insalata! Se con essa l’avvocato guarisce, sarà uno dei molti miracoli che ha potuto fare Vostra Santità…”. 

Il medico uscì meravigliato; e, impaziente e curioso, si avviò verso la casa dell’avvocato, dove trovò il paziente allegro e quasi guarito. Incredulo e stupito chiese quindi di vedere l’insalata mandata dal papa. E gli venne presentata una cesta piena di semplice cicoria che non avrebbe in alcun modo potuto giovare alla salute dell’infermo. Ma il medicamento portentoso C’era, eccome! Si trovava in fondo alla cesta e consisteva in un “fagottello” pieno di zecchini d’oro. Quel metallo prezioso aveva operato la prodigiosa guarigione. 

L’episodio rimase proverbiale, tanto che quando una persona aveva bisogno di essere aiutata, specialmente con denaro, si soleva ripetere: «Ci Vorrebbe l’insalata di Sisto Vl»,

 

Porci nelle strade 

Il condimento principale della vecchia cucina romana era, com’è noto, lo strutto, grasso di maiale fatto struggere al fuoco per separarlo dai carnicci e generalmente conservato in vesciche. Di conseguenza risultava assai diffuso l’allevamento dei porci che, nella maggior parte dei casi, veniva praticato senza particolari accorgimenti, nel senso che gli animali si lasciavano liberamente circolare per le strade della città. 

La loro presenza era diventata particolarmente numerosa nella zona tra Campo Marzio e il Pantheon, con conseguente intralcio al traffico, pericolo a persone o cose, e, naturalmente, tanta sporcizia. 

A por fine alla incresciosa situazione non erano stati sufficienti i bandi appositamente emessi da vari pontefici, fino a quando non venne promulgato un più severo editto con il quale si concedeva a chiunque avesse trovato per la strada un maiale la facoltà di portarselo a casa. Solo allora, come per incanto, i maiali sparirono dalla circolazione!