La scuola nell’antica Roma

Cosa facevano i bambini dell’antica Roma a scuola, ve lo siete mai chiesto?

Quali erano le materie che temevano o amavano di più? Erano rigidi gli insegnanti? Leggiamolo insieme…!

Le materie scolastiche

I bambini romani, proprio come voi, andavano a scuola e dovevano frequentare tutti i tipi di lezione; tra le tante c’era la temutissima (o amatissima?) lezione di matematica.

Agli studenti venivano insegnate, come accade oggi, addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e division, l’unica differenza è che queste operazioni non si facevano con i numeri, bensì con le lettere! Già, perché i romani, invece di usare i “nostri” numeri (ovvero i numeri arabi: 1, 2, 3, …) usavano dei simboli che corrispondevano a delle lettere dell’alfabeto.

Ecco una tabella che mette a confronto numeri romani e numeri arabi:

= 1

V = 5

X = 10

L = 50

C = 100

D = 500

M = 1000

…Se lo guardate bene sembra che manchi qualcosa!…Dove sono il 2, il 3, il 4, e così via?! Dovete sapere, bambini, che i romani utilizzavano addizioni e sottrazioni tra questi simboli per indicare altri numeri: se scrivevano una lettera di valore minore davanti a una di valore maggiore, le due lettere venivano sommate; se invece la lettera di valore minore precedeva quella di valore maggiore allora andava sottratta.

Facciamo degli esempi:

  • il 2 veniva scritto II (infatti I = 1 e 1+1=2, quindi I+I= II);
  • il 6 veniva scritto VI (infatti V = 5, I = 1 e 5+1 = 6, quindi V+I=VI);
  • il 9 veniva scritto IX (infatti I = 1 X = 10 e 10 – 1=9, quindi X – I = IX).

…Arrivavano, a volte, anche a scrivere numeri molto grandi per appuntare i dati delle loro grandiose imprese, tipo: come costruire 80.000 km di strade dritte e lastricate o avere un esercito di circa 70 milioni di persone.

A questo proposito facciamo una piccola digressione storica.

Nel corso della sua storia, l’Impero romano si espanse a dismisura, arrivando a coprire territori che andavano dalla Mesopotamia alla Spagna, e tutto questo fu possibile grazie al suo esercito grande, ma soprattutto efficiente!

Pensate, bambini, che i legionari percorrevano a piedi fino a 40 chilometri al giorno e tutto questo attrezzati di armatura, armi e scudo! Grazie al loro impegno e alla loro forza, i Romani arrivarono fino in Britannia, dove, nel 43 d.C., combatterono e conquistarono con successo le tribù celtiche locali!…Meno fortuna ebbero con i loro vicini scozzesi che, da grandi guerrieri, riuscirono a respingerli e tra i due popoli si sviluppò un’inimicizia così grande che i Romani costruirono un grande muro, chiamato il Vallo di Adriano, che divideva le terre da loro conquistate dalla Scozia!

….Torniamo ora a parlare della scuola. Oltre alla matematica, i bambini dovevano studiare il latino (la lingua parlata nell’antica Roma), il greco (una lingua straniera ma molto usata, un po’ come oggi si studia e si parla l’inglese), la filosofia e la retorica, ovvero l’arte di parlare in pubblico.

Non tutti però erano così fortunati da potersi permettere un’educazione completa e sofisticata: solo i bambini maschi delle famiglie ricche studiavano fino all’età adulta, mentre le femmine facevano solo le elementari e poi venivano messe a fianco delle madri per imparare i lavori di casa. I bambini poveri, invece, non ci andavano mai e venivano costretti a lavorare fin da piccoli.

Questo accadeva anche perché i materiali scolastici erano molto costosi. I libri, infatti, erano scritti su dei rotoli di papiro o di pelle di animale (un materiale molto prezioso che gli antichi Romani chiamavano vellumsolitamente proveniente dal capretto o dall’agnello) e anche per il fatto che erano scritti tutti a mano (a quell’epoca ancora non esisteva la stampa), avevano un costo molto elevato.

I bambini, proprio per la preziosità di questi rotoli, non si esercitavano a scrivere su di essi, bensì su delle tavolette di legno ricoperte da cera d’api, sulla quale scrivevano con lo stilo, una specie di penna in metallo che aveva ad un’estremità una punta e all’altra una sorta di paletta, usata per levigare la cera e cancellare eventuali errori.

Le punizioni

…A chi non è mai capitato di parlare durante la lezione ed essere messo in castigo all’angolo della classe?

Purtroppo, a differenza di oggi, quando i bambini romani facevano i monelli, durante la lezione, subivano delle punizioni corporali con bacchettate sulle mani o sculacciate.

Proprio a questo proposito, in classe c’erano sempre due schiavi pronti a tenere fermo il malcapitato mentre l’insegnante ci dava giù – Oioi!

Questa usanza veniva dal fatto che gli antichi Romani credevano che i ragazzi imparassero meglio solo se avevano la paura di essere puniti.

Ma non era neanche la cosa peggiore?! Nell’antica Roma si andava a scuola tutti i giorni della settimana senza mai una pausa o un giorno di riposo.

Gli insegnati, pur lavorando sempre, ricevevano una paga misera: solo 500 sesterzi per un anno intero, pari ai soldi che un gladiatore prendeva alla vincita di un duello! Fortunatamente (sia per gli studenti che per i maestri) l’anno Romano era costellato di feste religiose e d’estate di solito si faceva una breve pausa quando le temperature diventavano troppo alte.

Nel breve periodo di vacanza, a volte, le famiglie più ricche si spostavano e soggiornavano nelle loro ville fuori città. Tra i vari mezzi di trasporto che potevano scegliere c’erano:

  • La raeda: era una carrozza costituita da una struttura di legno con delle ruote cerchiate di ferro su cui erano poggiate delle panche per sedersi; a volte aveva perfino una copertura di stoffa. Era trainata da muli o cavalli,
  • Il carpentum: una carrozza molto comoda, sempre trainata dagli animali, utilizzata dalle matrone romane,
  • La lettiga: un letto mobile portato a spalla dagli schiavi (poverini!).

Tutti questi mezzi erano di una lentezza unica, soprattutto se paragonati a quelli moderni: per fare un viaggio che oggi richiederebbe un paio d’ore si impiega fino a una settimana!

Fine.

…Che scuola particolare avevano prima!…E quante poche vacanze!…Vero?!

Anche se non è esaustivo dell’argomento potete approfondire da soli…Questo articolo serve da spunto!

Mi farebbe piacere sapere che avete gradito questo articolo, scrivetemi la vostra opinione!

Alla prossima…Ciao!

Giovanna

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