LA GRANDE REGINA: CLEOPATRA

Ciao bambini, oggi si parla di Cleopatra una donna, regina e madre che ha lasciato un segno indelebile nella storia romana, conquistando il cuore del grande Gaio Giulio Cesare e del bellissimo Marco Antonio.

Leggete insieme ai vostri genitori e fatemi sapere con dei commenti cosa ne pensate.Vi ricordo che, però, questo è solo un mini riassunto, occorre sempre approfondire e leggere, leggere, leggere!

…Nonostante non avesse origini romane, Cleopatra aveva la mentalità di un qualsiasi nobile dell’oligarchia romana: la politica, e quindi la lotta per il potere, erano l’unico scopo da perseguire nella vita.

La sua fortuna fu quella di entrare nelle grazie degli uomini più potenti del mondo allora conosciuto e questo le fu possibile non solo grazie alla sua bellezza, ma anche per la sua intelligenza, la sua raffinatezza e la sua cultura.

Il primo uomo importante con cui la regina incrociò la sua vita fu Gaio Giulio Cesare. Lui, sbarcato in Egitto inseguendo Pompeo dopo la battaglia a Farsalo, si ritrovò in mezzo a una guerra per il potere tra i due figli discendenti del re: Cleopatra e suo fratello Tolomeo XIII.

La donna riuscì ad ammaliare prontamente il comandante e, quasi subito dopo l’arrivo dei romani in Egitto, iniziarono gli scontri tra le legioni romane e l’esercito egiziano, il quale, nonostante non fosse al completo, superava di gran numero i legionari. Cesare però giocò d’astuzia e bruciò le navi egiziane ferme al porto, creando un incendio che impedì ai soldati nemici la fuga e gli diede tempo di ricevere aiuti da alcune popolazioni limitrofe che volevano sterminato l’esercito egiziano.

I due vincitori – Cesare e Cleopatra – si concessero una vacanza di cinque mesi sulla nave nuziale della regina e qui, lontano da tutti i problemi, venne concepito Tolomeo Cesare, il primo discendente maschio di Caio Giulio.

Per seguire il suo amante, Cleopatra, portò a Roma Tolomeo Cesare, il figlio del dittatore a Roma. Qui alloggiò per diciotto mesi nella villa di Cesare presso Trastevere e visse uno dei periodi più magici della sua vita: i personaggi di spicco della Capitale facevano la fila per incontrarla e ossequiarla e il popolo impazziva quando faceva apparizioni in pubblico sulla sua lettiga dorata adornata di veli e portata da otto uomini africani.

La sua popolarità convinse i senatori a presentare in Senato petizioni e richieste in suo favore; le venne così riconosciuto il matrimonio celebrato in Egitto con Cesare secondo il rito faraonico e di conseguenza venne legittimata la nascita del piccolo Tolomeo Cesare. Ma questo dolce sogno finì bruscamente con un funesto evento: l’assassinio di Caio Giulio Cesare nel 44 a.C.

Sembra che lei lo avesse percepito: la notte precedente all’accaduto si era rigirata insonne nel letto per tutto il tempo. Scappò da Roma non appena il console Marco Antonio gli garantì l’imbarco a Ostia.

Aveva solo venticinque anni.

Tornata in Egitto ebbe solo poco tempo prima che i cesaricidi, Bruto e Cassio, raggiungessero il suo regno affamati di potere.

In suo soccorso vennero però Ottaviano e Marco Antonio, che riuscirono a vincerli e si divisero le zone di influenza del mondo allora conosciuto: al primo andò l’Occidente, al secondo l’Oriente.

Cleopatra accolse con gioia la notizia della vittoria di Marco Antonio ma un po’ meno quella di Ottaviano: essendo stato adottato da Cesare, aveva rubato il nome a suo figlio, il solo legittimo erede del grande comandante, ma non si curò molto di lui; piuttosto preferì dedicarsi a pianificare come stupire Antonio e farlo suo quando lo avrebbe raggiunto ad Tarso, dove lui l’aveva chiamata con una scusa ridicola legata a delle questioni belliche.

Risalì il fiume Cidno con una nave dalla poppa doro e dalle vele purpuree.

I rematori la sospingevano controcorrente con dei remi fatti d’argento guidati dal suono di un flauto, accompagnato da zampogne e liuti e dagli incensieri fluttuavano profumi inebrianti che raggiungevano le sponde del fiume.

Al centro di tutto si trovava lei, sdraiata su un baldacchino trapunto d’oro e circondata da ancelle vestite da Nereidi e Grazie. Gli abitanti di Tarso, richiamati dai profumi e dalla musica, accorsero a vederla lasciando Marco Antonio solo con il suo seguito. La regina aveva colpito nel segno e Antonio cadde ai suoi piedi: aveva astutamente compreso che non le sarebbe bastata la sola bellezza per conquistare un uomo che poteva avere tutte le donne che voleva.

Così lui la seguì ad Alessandria, ma questa azione gli costò caro: in Oriente visse mesi nella lussuria e nella sregolatezza tanto che si perse per un soffio l’occasione di dominare il mondo durante un tentennamento delle forze interne. Avrebbe infatti potuto vincere Ottaviano e diventare l’unico imperatore.

Uguale stupore bisogna avere nei confronti di Cleopatra: anche lei, donna attenta alla politica e bramosa di potere, non mosse un dito, nonostante un tempo fosse stata la prima allieva della lezione militare di Cesare più importante: l’avversario va sorpreso e battuto in rapidità!

Comunque ad un certo punto Antonio si destò e partì alla volta dell’Italia. Qui rivide Ottaviano, si chiarì con lui e, per sugellare la loro ritrovata alleanza, sposò sua sorella Ottavia.

Per questo matrimonio, Cleopatra non vide Marco Antonio per due anni, fino a quando lui convinse la nuova moglie a lasciarlo da solo nella campagna militare in Medio Oriente. Appena vide sparire all’orizzonte la nave che portava via Ottavia e i suoi figli, mandò a chiamare la regina. Per farsi perdonare Antonio le regalò la Fenicia, la Celesiria, Cipro e gran parte della Cilicia, nonché una regione della Giudea e si fece accompagnare da lei per una parte della campagna in Medio Oriente.

Nel momento più pericoloso la lasciò attendere in Siria e le promise che, al suo ritorno, avrebbe avuto al suo fianco l’uomo più potente del mondo allora conosciuto. Ma durante i combattimenti perse diversi uomini e gli vennero voltate le spalle dal re di Armenia, azione costrinse lui e il suo esercito a scappare. Cleopatra lo rincontrò tra Berito e Sidone – due località fenicie – deluso e sconfitto dall’esito degli scontri; sulle sue spalle pesava anche lo scontento dei romani che avevano visto nel suo regalo terriero alla regina una dimostrazione di debolezza d’animo.

Cleopatra, allora da regina che era, rianimò i suoi soldati, distribuendo denaro e indumenti tra le legioni e il comandante Antonio, riempiendolo d’affetto e di attenzioni; così, ritrovato l’entusiasmo, il comandante partì con il suo esercito per vendicarsi del re d’Armenia e ottenne una schiacciante vittoria. Dopo aver sfilato in trionfo ad Alessandria d’Egitto, si avvicinò alla tomba di Alessandro Magno e, in modo cerimoniale, proclamò Cleopatra regina dei re e Tolomeo Cesare figlio legittimo di Caio Giulio Cesare e re dei re; quindi diede in dono a entrambi altre terre da comandare.

In ricordo di questo avvenimento venne coniata una moneta che presentava nel dritto l’effigie di Marco Antonio e la leggenda «Armenia conquistata» e nel rovescio quella di Cleopatra «regina dei re e dei suoi figli che sono re».

Cleopatra e Marco Antonio erano diventati inseparabili.

Non si allontanarono mai l’uno dall’altra, neanche quando a Roma Ottaviano aveva chiamato a raccolta tota Italia per intraprendere una guerra contro di loro, dichiarando che la presenza della regina contaminasse con la sua “orientalità” il rigore della civiltà romana.

Cleopatra, però, era decisa a restare a fianco di Marco Antonio: doveva difendere non solo il suo ruolo di regina ma anche – e soprattutto – quello del figlio di Cesare.

Gli scontri iniziarono. Ben presto Cleopatra si rese conto di aver fatto un errore nel confidare così tanto nelle capacità militari di Marco Antonio: il suo esercito venne quasi subito immobilizzato e il comandante fu costretto ad intraprendere una battaglia per mare che, purtroppo, perse molto velocemente.

Dopo soli quindici giorni dalla notizia della sconfitta, i legionari rimasti a terra si arresero ad Ottaviano.

Rassegnati, Marco Antonio e Cleopatra fuggirono e, tornati in patria, anziché dolersi delle sconfitte, iniziarono a dare feste su feste, sicuri che quelli fossero gli ultimi momenti in cui si potevano vivere le ricchezze dell’Egitto – erano consapevoli che Ottaviano si stava preparando per venire a conquistare le loro terre e di essere incapaci di difendersi.

Fu così che, nel 31 a.C., Ottaviano sbarcò in Egitto e iniziò la sua avanzata verso Alessandria.

Alla notizia, Antonio richiamò a sé l’esercito egiziano e organizzò un attacco a sorpresa che mise in fuga la cavalleria nemica.

Questo primo successo gli ridiede speranza e organizzò un secondo attacco, questa volta simultaneo per terra e per mare, ma tutto fu vano: visti i nemici, molti dei soldati egiziani si arresero, spaventati dalla loro moltitudine.

Marco Antonio, deluso, tornò al palazzo reale e si uccise davanti a Cleopatra. La regina, rimasta priva del suo amante, non si scompose: disse alle sue donne di prepararle un bagno e, lavata, si sdraiò e chiese da mangiare. Poi fece inviare una tavoletta precedentemente scritta a Ottaviano e ordinò a tutti di uscire dalla stanza, fatta eccezione per le sue due ancelle più fedeli.

Venne ritrovata morta, distesa su un letto doro e ornata come una regina. Nella tavoletta c’era la sua ultima richiesta: quella di essere seppellita accanto al suo amato Marco Antonio.

Vi è piaciuto?…Che donna ammirevole non trovate?!…E che coraggio!

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, scrivetemi la vostra opinione e vi ricordo che prima di questo c’è un altro articolo che parla di Agrippina lo potete leggere sul mio sito nella sezione blog “mamme famose nell’antica Roma”!

Alla prossima…Ciao!

Giovanna

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