Il 10 Gennaio del 49 a.c. il grande conquistatore romano Caio Giulio Cesare attraversa il fiume Rubicone violando le leggi della Repubblica e pronunciando la storica frase “Alea iacta est”.
Pochi sanno o ricordano di questa data che, invece, fu uno dei giorni più importanti perchè con esso venne sancito l’inizio della futura epoca imperiale.
Questo piccolo fiumiciattolo (vicino Cesena) costituiva il limite del Pomerium romano, cioè il confine a nord di Roma e poteva essere attraversato in armi solo con l’autorizzazione del Senato. Cesare, che già aveva conquistato la Gallia e parte della Britannia, stava ritornando a Roma perchè richiamato dagli optimates, cioè la classe dirigente dei ricchi, che temeva la sua popolarità e diffidava della sua politica.
Occorre ricordare che la scena politica, prima di questo atto, era stata dominata dal famoso patto sancito tra Cesare, Pompeo e Crasso: il Triumvirato. Questo accordo prevedeva una sorta di equilibrio politico tra questi grandi uomini, interessati tutt’e tre ad ottenere il dominio nella scena romana.
Purtroppo però nel 53 a.c. Crasso muore in Siria, nella battaglia di Carre, e questo sarà una delle ragioni che danneggeranno il rapporto tra i due triumviri rimasti: Cesare e Pompeo. Una seconda ragione, più familiare, fu la morte nel 54 a.c. della moglie di Pompeo: Giulia figlia di Cesare, la quale aveva avuto un ruolo di grande mediatrice nei rapporti tra i due. Quindi ora rimangono solo loro.
Il problema qual è?…Con le campagne delle Gallie, Cesare, acquisisce un’intelligenza politica enorme, in più ha un potere militare gigantesco e, soprattutto, ha un patrimonio di denaro infinito. Prima aveva solo un talento politico, mentre ora ha praticamente tutto dalla sua parte. Questo enorme potere spaventa il Senato, in particolare la fazione degli optimates anche perchè Roma, in quel periodo, era divisa da guerre civili e Cesare era visto come un restauratore della monarchia.
Allora cosa fanno? Con la scusa di ristabilire l’ordine pubblico convincono Pompeo a sostenerli nominandolo Consul sine collega; i consoli erano sempre stati due, ma si fa uno strappo alla regola e Pompeo può essere eletto unico console, è un ruolo fatto apposta per lui ed è un modo per ingraziarselo definitavemente.
Questa mossa è molto dura perchè Cesare è in una situazione difficilissima: non può lasciare il suo comando straordinario nelle Gallie e tornare a Roma come privato cittadino perchè verrebbe messo sotto accusa e schiacciato dagli avversari politici, allora prova a chiedere di avere il consolato in adsentia (cioè di essere nominato, ma senza tornare a Roma), così può tornare lo stesso in città perchè essendo console gode dell’immunità. Gli optimates, ovviamente, non accettano e aspettano che il suo mandato nelle Gallie scada e diventi fuorileggge.
Cesare capisce questo e si sposta con il suo esercito sempre più vicino Roma.
Interessante notare che Caio Scribonio Curione, un tribuno della plebe, propone a Cesare un’accordo con Pompeo che è quello di deporre il loro potere militare per essere uguali di fronte alla giustizia e al Senato, così si evita la guerra civile, ma gli ottimati non vogliono la pace e lusingano Pompeo tanto da convincerlo che lui diventerà, una volta sconfitto Cesare, l’unico dominatore della politica romana.
La situazione è bloccata e non si riesce più a trovare una soluzione.
Questo forza Cesare a passare il Rubicone e ad iniziare la guerra civile che porterà alla fuga di Pompeo da Brindisi.
Il Rubione era un confine non solo geografico, ma sacro perchè nessuno poteva entrare con le armi nella città, quindi chi lo varcava diventava automaticamente ed ufficialmente nemico di Roma e del popolo romano.
Cesare sa quello che sta facendo, ma decide di giocarsi il tutto per tutto. Alea iacta est non è solo una frase, ma è il simbolo di questo preciso momento storico perchè lui lanciando i dati (un pò come con il lancio della monetina) affida al fato la sua decisione, cioè quella di essere o il totale vincitore o il totale perdente.
La storia, poi, farà il suo corso ed il 15 Marzo del 44 a.c. Cesare verrà tradito e pugnalato da suo figlio Bruto e da quella fazione politica a lui tanto avversa.
E’ vero che lui morirà, ma questa sua fine sancirà, in realtà, l’inizio di una nuova era che porterà Roma ad elevarsi alla potenza mondiale che fu per quasi cinque secoli. Augusto, il successore di Cesare continuando l’idea politica dello zio, con astuzia e pazienza da vero stratega fonderà l’Impero romano!
…Vi è piaciuto questo mini articolo su un personaggio importantissimo per la storia di Roma?
Potete anche approfondire per conto vostro e trovare tante altre cose.
Intanto ditemi cosa ne pensate, il prossimo appuntamento sarà sulla moda nell’antica Roma!
A presto!
Giovanna
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